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BASSETTI. PATTO PER LA NATALITA’ LINFA PER L’ITALIA

BASSETTI. PATTO PER LA NATALITA’ LINFA PER L’ITALIA

Il Patto per la natalità «ha veramente scosso le coscienze», dando «un’occasione di riflessione a tutti». Come il sasso scagliato da Davide contro il gigante Golia. Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha aperto così, con un’immagine biblica, il suo intervento all’assemblea del Forum delle associazioni familiari.

La famiglia «è un bene prezioso e irrinunciabile per il futuro dell’Italia», ha ricordato il porporato. Un bene che va valorizzato di fronte a quello che Bassetti definisce «un cambiamento d’epoca ». Nuove sfide che danno ai cattolici «una responsabilità enorme » sulla direzione in cui si evolveranno questi scenari. «Che i cattolici ci siano o non ci siano, non è la stessa cosa, come qualcuno vuole fare apparire», ha sottolineato il porporato. Che ha poi elencato alcuni elementi di preoccupazione: la povertà totale, che tocca ormai un milione e mezzo di nuclei; il «dato terribile della disoccupazione giovanile» che ha creato un «circuito perverso e iniquo tra adulti e ragazzi», che sono costretti a pagare «scelte sbagliate che hanno radici nella storia profonda e non immediata del Paese». Infine, proprio le nascite, per le quali l’Italia è fanalino di coda europeo, un dato che «non fa piacere a nessuno». Per ovviare a questo declino non bastano le sole proposte, ma occorre una «vera rivoluzione culturale incentrata sulla famiglia ». Perché «se si fermano le famiglie si blocca il motore sociale del Paese, smette di battere il cuore della società. E poi avviene la morte cerebrale di tutto il corpo».

Tre le «bussole» indicate dal presidente dei vescovi italiani. La via pastorale (con l’impegno a recepire lo spirito dell’Amoris laetitiadi papa Francesco). Poi quella sociale. Bassetti ha ricordato la Conferenza sulla famiglia, il Patto per la natalità, il Fattore famiglia, il progetto scolastico ‘Immischiati’. Un’azione che ha portato il Forum ad essere un punto di riferimento sul piano laico, ha sottolineato il cardinale, «ma senza fare sconti sui principi». Certo, il Patto è solo una premessa. «Molto c’è ancora da fare, perché siamo ben consapevoli che è necessario aprire non solo le orecchie, ma anche il cuore delle istituzioni». Con un giusto rapporto tra famiglia e lavoro, poi «possiamo sconfiggere quel clima di rancore sociale che sta caratterizzando l’Italia negli ultimi anni». Infine, c’è la bussola della sinodalità, che significa «camminare insieme sulla stessa strada, perché si può anche camminare sulla stessa strada, ma divisi».

L’incontro si è aperto con un momento di preghiera guidato da don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale familiare. E con l’intervento di Gigi De Palo, presidente del Forum. Che ha parlato di un cambio di schema nei rapporti con la politica, di cui il Patto è frutto. Discussioni e polemiche, ha ricordato, servono solo a «fornire alibi a chi non ha intenzione di cambiare le cose». Si è puntato, dunque, sulla concretezza. Ai leader di tutti gli schieramenti politici incontrati «non abbiamo chiesto firme, ma un impegno serio». La riposta è stata trasversale. «Siamo riusciti a mettere questo tema al centro del dibattito. E qualcosa è passato. Per la prima volta non è appannaggio di una sola parte politica». L’idea trasmessa è: «Litigate su tutto, non sulla natalità».

Occorre, però, a un svolta anche culturale e mediatica. «Negli ultimi anni – ha proseguito De Palo – abbiamo raccontato e difeso la famiglia concentrandoci giustamente sull’aspetto etico- morale. Ma non lo abbiamo fatto indicando strade di felicità, che è il modo migliore». Come emerge anche da

Amoris laetitia. Dall’esortazione postsinodale è partito anche don Gentili, invitando a portarne i contenuti nella società «senza guerre di barricate», ma piuttosto cercando di «ricucire i vari tessuti che lavorano attorno alla famiglia ». Occorre un «modo nuovo di essere dentro la politica». Il Patto per la natalità in questo senso ha mostrato come si può essere «trasparenti e distaccati dalle logiche di partito». E anche l’idea di un «fraternità possibile», portata avanti dalla famiglie, sta «dando una lezione alla politica e all’economia». (Gianni Santamaria, Avvenire 25 febbraio 2018)

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