Assegno unico per figlio in bilico, il Centro della Famiglia di Treviso scrive ai parlamentari
“Bisogna fare di più per le famiglie, i 500 milioni recuperati che vanno ad aggiungersi al miliardo e mezzo degli attuali bonus, non soddisfano appieno le richiede del mondo delle associazioni familiari”. Così Francesco Pesce e Adriano Bordignon del Centro della Famiglia di Treviso, penna alla mano scrivono ai parlamentari trevigiani e veneti perché si impegnino in favore di concrete politiche per la famiglia, partendo proprio dall’assegno di 250 euro per i figli.
Nell’incertezza nell’inserire nella legge di bilancio un adeguato impegno di risorse in politiche per la famiglia, quel che sembra certo è che al momento nella disponibilità del Governo ci siano circa 2 miliardi di euro per il fondo unico per la famiglia per il 2020. Per l’assegno unico bisognerà invece aspettare ancora: sarà fissato con una legge delega e potrebbe arrivare a metà anno prossimo o più probabilmente nel 2021. Infatti, se da una parte è vero che, grazie all’insistenza sui vari tavoli del Forum delle Associazioni Familiari il Governo dovrebbe aver re-inserito all’interno della legge di bilancio un nuovo fondo per la famiglia destinato all’assegno unico, dall’altro però le risorse per far arrivare finalmente questi i 250 euro al mese per ogni figlio, verranno messe solo successivamente. Che servano più di 2 miliardi per l’assegno unico non è una novità: occorrono dagli 8 ai 10 miliardi. Risorse che si potrebbero reperire, anche in parte, già in questa legge di bilancio. Una possibilità è quella di intervenire sulle risorse incassate dall’Inps con gli importi versati dai datori di lavoro e dallo Stato per gli assegni famigliari. Si tratta di 8,6 miliardi, di cui solo 5,3 erogati. I restanti 3,3 miliardi potrebbero essere utilizzati proprio per sostenere l’assegno unico.
“È una questione di scelte politiche – per Francesco Pesce, presidente del Centro della Famiglia di Treviso -. L’economia può ripartire se metti 250 euro in tasca alle famiglie. Ma le famiglie, nella partita della legge di bilancio, sembrano essere sempre il fanalino di coda per i Governi, tanto il loro ruolo sociale da ammortizzatore lo fa a prescindere, non considerando che il tema della crisi demografica riguarda anche il futuro delle pensioni e del welfare di tutto il paese. E il nostro territorio, i dati parlano chiaro, non ne è esente. Aspettare un anno equivale a dire migliaia di culle vuote – sottolinea Pesce”.